È infatti assai noto il rapporto morboso che lega l’uomo italiano alla sua auto.
E allora – dicono i più disinibiti e meno bacchettoni – cosa ci può essere di più meraviglioso di un gruppo di splendide ragazze che mezze nude, o se volete in abiti succinti – e magari trasparenti – insaponano e risciacquano con cura la proprio vettura?
A Palermo e Olbia i primi esperimenti. All’ingresso dell’impianto di Olbia, a due passi dall’aeroporto Costa Smeralda, quest’estate, si è formata la fila appena in città si è sparsa la voce. Decine di uomini corsi dalla città e anche dai paesi vicini solo per assistere allo show delle due modelle alla prese con le spazzole e l’idropulitrice. Con i lavori manuali loro hanno dimostrato poca dimestichezza, ma i clienti dell’autolavaggio erano arrivati con un’altra intenzione.
Stessa situazione a Palermo dove modelle molto belle e poco vestite lucideano a specchio le auto tra sorrisi e pose ammiccanti. La notizia a poco a poco si è diffusa in città attraverso i social network. Doppio spettacolo pomeridiano: uno alle 16 e uno 18.30.
Come in tutte le iniziative del genere si sono già creati i primi casi. A gridare allo scandalo, proprio da Olbia, è l’associazione “Prospettiva Donna” che da molti anni si occupa di difendere i diritti delle donne e di aiutare le vittime degli abusi. «Un’associazione impegnata a contrastare la violenza di genere e che si batte per un società anche a misura di donna non può che condannare queste iniziative – sostiene la presidente Patrizia Desole – Questo tipo di pubblicità è lesivo della dignità delle donne e produce stereotipi che incoraggiano la mercificazione del loro corpo, proprio questi stereotipi sono alla base della diffusione della cultura della violenza e della disparità tra i generi». Ma le due modelle impegnate a strusciarsi sugli sportelli bagnati ribattono subito: «Questo è soltanto il nostro lavoro».
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